mercoledì 19 ottobre 2011

Lettera ad un Amico...

Claudio e Beatrice, ci presentiamo così, attraverso una lettera scritta ad un Amico....

"Magico progetto il tuo, amico caro… mentre percorrerai la 66, pensieri e preoccupazioni scivoleranno via dalle tue spalle, passando lungo i fianchi sudati del cavallo che dividerà con te la strada, fino a cadere a terra perduti per sempre....
Io sto fisicamente bene. Ma vivo di miraggi, miraggi che diventano realtà, man mano che si avvicinano. Poggio all'Orso è un folle miraggio che si sta consolidando... I benpensanti borghesi mi chiedono come faccio a vivere quassù. Poi, dopo un pò che siedono qui con me, mi chiedono se ho un posto per ospitarli.... La magia della natura entra dentro di loro, li intossica lentamente, disturba i loro aridi ragionamenti... Il sudore mio, l'odore della terra calda di sole, il belato delle capre e il gioco dei cani, il canto e la rissa dei galli, il verde sfacciato delle fronde, il gorgoglio dell'acqua che adesso sale gelata e allegra dal pozzo artesiano, sudata goccia a goccia per tre anni, li distoglie dagli sterili luoghi comuni di cui vivono, di cui si nutrono, di cui si ammalano.
Ed io sorrido...e penso alla corrente elettrica che è mancata per altrettanti tre anni, alle candele la sera con la loro luce calda ed intima accompagnata dal silenzio dei boschi fuori dalle finestre buie, alla morte annunciata della televisione, ormai muta e fredda e dimenticata da una parte, alla chitarra di Claudio, unica voce sommessa e garbata che usciva dalla camera di legno, all’intimo dialogo a cui spinge il silenzio rumoroso delle notti silvestri, quando è d’obbligo parlare sotto voce per non disturbare la natura intorno, quando è d’obbligo parlare dal profondo, perché sottovoce si possono dire solo cose intime, importanti….
E ritorno a quei momenti fortunati, faticosi, vivi. Dove tutto è strappato alla terra con le mani, senza uno strumento agricolo, ma solo in compagnia della zappa e della vanga… E ritorno al taglio drammatico di rovi grandi e forti come tronchi decennali, alla scoperta del terreno sotto di essi, alla rinascita fatta di un ampio sospiro verde degli alberi stretti da anni in liane assassine, alle stalle costruite a mano con fatica, martello e chiodi….
E ritorno al costruire, al fare, così come oggi costruiamo e facciamo.. in un gioco da grandi che deve durare tutta la vita. Perchè Poggio all’Orso è un gioco da grandi. Un gioco da grandi che si sono stancati della monotonia delle cose, delle scarpe di pelle e dell’asfalto delle città, dei luoghi comuni, dell’esteriore vivere… Un gioco faticoso, impegnativo, dove si scommette ogni giorno e in ogni occasione, dove si perde spesso e si vince raramente, ma quando si vince, la gioia chiude la gola e le lacrime scivolano dal mio viso al collo del cavallo che sto abbracciando, alla capretta che appoggia le zampe sul mio stomaco per raggiungermi le mani, ai gattini minuti e gracili che scoprono il mondo fuori dalla cucina….
E in questi rari ma forti momenti di vittoria, il giocatore vince, vince sulla vita, vince sulle sfide, vince su se stesso andando oltre a ciò che potrebbe essere stato in un percorso comune, anonimo, stereotipato… vince sul branco in un canto solista unico ed irripetibile.
Ti abbraccio e ti auguro davvero tanto bene."

Bea

2 commenti:

Mariano ha detto...

buon compleanno Bea... spero tu stia benone

Azienda Agricola Poggio all'Orso ha detto...

si mariano, grazie. non me lo aspettavo... grazie davvero!